Il 6 gennaio, tra le nebbiose e misteriose campagne del polesine, si aggira una tenebrosa creatura metà uomo e metà toro, il terribile Bombasin. Il Bombasin è un tremendo mostro legato alle questue invernali: in passato vagava per le campagne di casale in casale e pretendere cibo. Solo il bovaro ‐ o zingaro ‐ aveva potere su di lui e se la questua andava a buon fine allora il mostro veniva placato. Tuttavia questo toro antropomorfizzato, collocato proprio durante i riti propiziatori del Brusavecia, ha probabilmente origini estremamente antiche. Il paredro della primitiva Dea Madre era il dio‐toro da sacrificare, che in seguito divenne Domuzi per i Sumeri, Tammuz per i Babilonesi, Osiride per gli Egizi, Adone per i Romani, Attisi per i Frigi, Atunis per gli Etruschi. Il dio figlio‐fratello‐amante viene sacrificato in Primavera solo per rinascere Dio della Vegetazione e della Fertilità. Difatti toccare la schiena del Bombasin propizia la fertilità. Le prime attestazioni sono Neolitiche: nell'insediamento di Catal Huyuk, nell'8000 a.C., sono stati ritrovati disegni di Dee Madri che partoriscono teste di toro. In realtà l'animale in questione era l'uro, una sorta di toro gigantesco oggi estinto che fino al Neolitico era simbolo di forza e legato al culto lunare. Fu questo animale, antropomorfizzato, a diventare la prima divinità maschile.