Emanuele Scicolone
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Il Brusavecia

Il Brusavecia ‐ o Panevin, Foghera, Pirola Parola, Brugnelo a seconda della provincia ‐ è una delle
tradizioni più antiche venete. Si brucia una pira di legno e arbusti, talvolta sotto forma di vecchia, e si interpreta la direzione delle scintille facendo un pronostico sull'annata agricola. Le origini sono precristiane, molto probabilmente celtiche o paleovenete. La "vecia" data alle fiamme è anche conosciuta come "marantega", che in veneto significa strega, donnaccia. L'etimologica è la seguente: "metar antigua" riferito all'antica Dea Madre che a fine inverno, oramai vecchia, veniva sacrificata solo per rinascere in tutta la sua fertilità. Un falò propiziatorio e di divinazione, legato a culti molto antichi che potrebbero portare alla potente dea veneta Reitia. Il 25 dicembre era, presso gli antichi Romani, il giorno del Sol Invictus, uno dei giorni più importanti dell'anno in quanto il sole riniziava ad acquistare la sua potenza. Per 12 giorni, ed esattamente fino al 6 gennaio, si celebravano riti legati alla fertilità. L'ultimo giorno difatti era dedicato alla dea Diana. Reitia, quando i paleoveneti vennero assorbiti dai Romani, si sincretizzò nella dea Diana, tuttavia certi riti molto più antichi furono conservati e tramandati fino ad oggi.

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