La maschera della Zinghenesta è tra le più affascinanti e complesse di tutti i Carnevali Alpini: è l'unica figura femminile, rappresentata a viso scoperto da una donna, e rappresenta la neonata Primavera. Adornata col Cappello dei Coscritti, 7 veli di colori diversi, sonagliere e un mazzo di fiori in mano, la Zinghenesta viene eletta come la più bella del Paese e sarà la Regina del Carnevale. La sua identità viene svelata alla Casa delle Regole nel momento in cui il corteo carnevalesco, preceduto dalle Maschere Guida del Matel e dei Laché, la viene a recuperare e scortare. La Zinghenesta eseguirà delle danze propiziatorie con le Maschere Guida, dopodiché, sempre scortata da queste ultime, danzerà per le vie del Paese: è la Primavera che esplode nelle Alpi. Prima del tramonto verrà processato il Carnevale personificato, il quale sarà giudicato colpevole di tutte le nefandezze dell'anno passato. La sentenza sarà di morte e la condanna avverrà per impiccagione: dopo la propiziazione della Zinghenesta dunque avverrà il sacrificio dell'anno passato. Il processo con condanna ed esecuzione segue la medesima prassi del Processo alla Vecia de Meza Quaresima.